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    Azioni che invalidano il digiuno


    Le azioni che invalidano il digiuno possono essere divise in due categorie: 1) Le azioni che interrompono il digiuno, che deve essere recuperato successivamente. 2) Le azioni, che una volta compiute, non solo interrompono il digiuno ma richiedono anche un atto di espiazione.
    Alla prima categoria appartengono gli atti che spieghiamo qui di seguito. Se qualcuno mangia o beve perché ha per un momento dimenticato che stava digiunando, oppure a causa di un errore o di un atto di coercizione, non deve recuperare il digiuno e nemmeno deve compiere un atto di espiazione. Abu Hurairah (che Allah si compiaccia di lui) ci ha tramandato che il Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui) ha affermato: “Chiunque dimentica che sta digiunando e mangia e beve non deve interrompere il suo digiuno, come se Allah stesso lo avesse nutrito e gli avesse dato qualcosa da bere”
    Abu Hanifah (che Allah si compiaccia di lui) ci ha tramandato che il Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui) ha affermato: “Chiunque interrompe il digiuno durante il mese del Ramadan a causa di una dimenticanza non deve recuperarlo e nemmeno deve compiere nessuna espiazione”1.
    A questo proposito Ibn Abbas (che Allah si compiaccia di lui) ci ha tramandato che il Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui) ha affermato: “Allah non ritiene responsabile chi agisce per errore, per dimenticanza e sotto coercizione”2.
    Nel caso in cui qualcuno, non potendo trattenersi, vomita senza averne avuto l’intenzione, non deve recuperare il giorno del digiuno e non deve compiere nessun atto di espiazione. A questo proposito Abu Hurairah (che Allah si compiaccia di lui) ci ha tramandato che il Profeta (pace e benedizioni su di lui) ha affermato: “Chiunque, non potendosi trattenere, vomita non ha interrotto il digiuno. Invece, chi ha vomitato intenzionalmente, deve recuperare una giornata di digiuno”3.
    Nel caso delle perdite ematiche femminili, sia mensili sia post-parto, il digiuno non è consentito, anche se le perdite cominciano prima dell’alba. In questo caso deve essere recuperata la giornata di digiuno perduta.
    Invece, la perdita di liquido seminale, qualunque sia il motivo che lo ha provocato, eccetto nel caso che accada durante il sonno, interrompe il digiuno, che deve essere recuperato.
    Invece, se qualcuno mangia, beve o ha rapporti con il coniuge pensando che il sole è tramontato oppure che non è spuntata l’alba, secondo l’opinioni di molti studiosi, deve essere recuperato un giorno di digiuno. Bisogna però sottolineare che su quest’ultimo punto vi è una differenza di opinione. Ishaq, Dawud, Ibn Hazm, ‘Urwah, ‘Ata, al-Hassan al-Barsi e Mujahid sostengono che il digiuno non deve essere interrotto e quindi non deve essere recuperato il giorno dopo. Costoro fondano la loro opinione sul seguente hadith del Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui) secondo il quale: “Allah non considera nessuno responsabile per ciò che ha compiuto trovandosi in errore”.
    A questo proposito ‘Abdurrazaq ci ha tramandato che Zaid ibn Wahb ha raccontato: “Le persone interrompevano il digiuno al tempo del califfato di Umar ibn al-Khattab (che Allah si compiaccia di lui). Vidi che, dopo che una grande pentola venne portata da casa di Hafsah (che Allah si compiaccia di lei), le persone ne bevevano il contenuto. Poi improvvisamente il sole apparve da dietro le nuvole e le persone, rattristate, dissero che dovevano recuperare un giorno di digiuno. Umar però disse loro: “Perché? Non abbiamo commesso nessun peccato”. Inoltre, sempre a questo proposito, Asma’ bint Abu Bakr (che Allah si compiaccia di lei) ha affermato: “Una volta abbiamo rotto il digiuno del mese del Ramadan in un giorno nuvoloso, ma poi il sole apparve di nuovo”. Commentando questi hadith, Ibn Taimiyyah ha affermato: “Queste tradizioni sottolineano sia che è preferibile non tardare la rottura del digiuno fino a quando non si è assolutamente certi che il sole sia tramontato sia che, nel caso ci si sia sbagliati, non è necessario recuperare un giorno di digiuno. Infatti, se in questo caso il Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui) avesse ordinato loro di recuperare un giorno di digiuno, sarebbe stato di dominio pubblico”.
    Secondo molti studiosi la sola azione, che richiede il recupero di un giorno di digiuno e di un atto di espiazione, è il rapporto intimo tra coniugi durante il digiuno del mese del Ramadan. Abu Hurairah (che Allah si compiaccia di lui) ci ha tramandato che un uomo si recò dal Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui) e gli disse: “Profeta, sono rovinato!”. Quando il Profeta (pace e benedizioni su di lui) gli chiese che cosa lo aveva rovinato, rispose: “Ho avuto un rapporto intimo con mia moglie durante il digiuno del mese del Ramadan”. Quando il Profeta (pace e benedizioni su di lui) gli chiese se si trovava nella condizione di liberare uno schiavo, costui rispose negativamente. Quando il Profeta (pace e benedizioni su di lui) gli chiese se poteva digiunare per due mesi, costui rispose ancora di no. Quando il Profeta (pace e benedizioni su di lui) gli chiese se poteva nutrire sessanta poveri, costui rispose ancora negativamente. Il Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui), dopo avergli chiesto di sedere, gli diede un canestro colmo di datteri dicendogli: “Donalo in carità”. Quando però l’uomo disse: “C’è qualcuno più povero della mia famiglia? Non c’è nessun in questa città più povero di me”, il Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui) sorrise e gli disse: “Vai e nutri con questi datteri la tua famiglia”.
    Molti studiosi sostengono che sia l’uomo che la donna devono compiere un atto di espiazione, se hanno un rapporto intimo durante un giorno di digiuno del mese del Ramadan, in cui avevano formulato l’intenzione di digiunare.
    1 Cfr. Baihaqi, Hakim, Ibn Hajr.
    2 Cfr. Ibn Maja, Tabarani, Hakim.
    3 Cfr. Ahmad, Abu Dawud, Tirmidhi, Ibn Maja, Ibn Hibban.
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