Il sacro mese del Ramadan è nel calendario musulmano un mese
speciale, portatore di gioia e pace nella vita di ogni credente.
Durante questo mese infatti, più di quattrocento anni fa, il
Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui) ricevette la prima
rivelazione del Sacro Corano, l’Ultimo Libro rivelato, guida per
coloro che desiderano incamminarsi con fede sul sentiero di Allah.
Il digiuno durante il mese del Ramadan è uno dei cinque
pilastri dell’Islam e costituisce un obbligo per ogni credente in
quanto nel Sacro Corano è scritto: “È nel mese del
Ramadan che abbiamo fatto scendere il Corano, guida per gli uomini e
prova di retta direzione e distinzione. Chi di voi ne testimoni
[l’inizio] digiuni. E chiunque è malato o in viaggio assolva
[in seguito] altrettanti giorni. Allah vi vuole facilitare e non
procuravi disagio, affinché completiate il numero dei giorni e
proclamiate la grandezza di Allah Che vi ha guidato. Forse sarete
riconoscenti”1.
Nel Sacro Corano è anche scritto: “O voi che credete , vi è
prescritto il digiuno come era stato prescritto a coloro che vi hanno
preceduto. Forse diventerete timorati”2.
Questo versetto spiega che il fine principale del digiuno, che
costituisce un dovere per ogni musulmano adulto e in salute, è
la pratica dell’autocontrollo. Durante il digiuno, ci si astiene
dal mangiare, dal bere, dal fumare e dalle relazioni sessuali
dall’alba al tramonto. Questo è il modo in cui il Profeta
Muhammad (pace e benedizioni su di lui) compiva il suo digiuno ed a
lui i veri musulmani guardano come esempio nelle loro pratiche di
devozione. Però, dal momento che il digiuno può
risultare alquanto difficile, Allah nella Sua misericordia ha
esentato i malati, i bambini e coloro che si trovano in viaggio. Le
donne3,
che allattano o sono incinte, sono esentate dal digiunare, sebbene
alcune di loro pratichino il digiuno anche in queste condizioni come
segno della loro devozione ad Allah.
Coloro invece, che non hanno potuto digiunare durante il Ramadan, anche se per una ragione valida, debbono recuperare i giorni in cui non si è digiunato nell’arco dell’anno. Invece coloro, che non possono digiunare a causa dell’età avanzata o di una malattia cronica, devono pagare ogni giorno di mancato digiuno quanto è necessario per nutrire un povero.
Anche se la pratica del digiuno può essere considerata un
mezzo per purificare il corpo, la sua funzione principale è
quella di purificare l’anima. Il musulmano, infatti, per mezzo del
digiuno cerca di ringraziare Allah per le grazie innumerevoli di cui
ci ha beneficati: la più grande dei quali è la
rivelazione del Sacro Corano. Questo è il più grande
regalo di Dio all’umanità, perché il suo messaggio è
rimasto privo di corruzione fino ai nostri giorni e serve come guida
per milioni di esseri umani che vogliono adorare solo Allah, credendo
nella Sua infinta misericordia e nella Sua Assoluta Unità.
Il digiuno nel mese del Ramadan, oltre che ad aiutare gli esseri
umani ad essere grati ad Allah per tutte le Sue benedizioni, sia
materiali sia spirituali, ha il fine di disciplinare sia il corpo sia
l’anima e dà l’opportunità ad ogni musulmano,
qualunque sia la sua condizione socio-economica, di sentire sul
proprio corpo i dolori della fame e della sete. In questo modo il
credente non solo diviene maggiormente grato a Dio, che è il
solo Creatore di tutto ciò che esiste, ma lo incoraggia anche
a divenire più sensibile verso i poveri e coloro che sono meno
fortunati. Per questo motivo i credenti sono invitati, durante questo
mese, ad essere più caritatevoli e ad aiutare tutti coloro che
si trovano nel bisogno.
La routine diurna durante il mese del Ramadan comincia prima
dell’alba, quando i musulmani consumano un pasto prima di iniziare
il digiuno e dopo pregano il Fajr, la prima preghiera
obbligatoria della giornata. Prima di rompere il digiuno i musulmani
si riuniscono nella Moschea, dove ognuno è benvenuto, oppure a
casa delle famiglie e degli amici. Sedendo insieme nel modo
tradizionale, rompono il digiuno ringraziando Allah per le Sue
benedizioni e per aver dato loro la forza di affrontare e sopportare
le fatiche del giorno.
Durante il mese del Ramadan però, oltre alle cinque preghiere
obbligatorie, il fedele è invitato ad offrire delle preghiere
notturne in congregazione note con il nome di Taraweh.
Durante il Taraweh i musulmani pregano Allah cercando il Suo
aiuto e il Suo perdono. Il fine di questa preghiera volontaria è
quello di riempire il cuore dell’amore per Allah, per incoraggiare
le labbra a muoversi nel ricordo di Lui e per ricordarci della nostra
debolezza, per prostrarci e chiedere perdono al Misericordioso,
cercando la pace in questa vita e nell’Altra. Durante la preghiera
i musulmani in lunghe file stanno in piedi dietro l’imam.
S’inchinano e si prostrano, toccando il suolo con la fronte, e poi
si rialzano. Mentre la congregazione sta in piedi all’inizio di
ogni preghiera, si ode l’imam recitare intere sure del
Corano. La recitazione melodiosa è seguita dall’atto di
inchinarsi e di prostrasi perchè i musulmani, quando pregano,
agiscono in completa consapevolezza della presenza divina, come se
Allah fosse presente di fronte ai loro occhi.
Durante le ultime dieci notti del mese del Ramadan i fedeli attendono
la notte, che secondo la rivelazione coranica è migliore di
mille notti: la Laylatul Qadr, durante la quale l’Altissimo
ha rivelato per la prima volta il Sacro Corano al Profeta Muhammad
(pace e benedizioni su di lui). Dal momento che nessun conosce con
esattezza quando cada la Laylatul Qadr, durante le ultime
dieci notti del mese, nelle Moschee vengono organizzate delle
preghiere in congregazione, note con il nome di Qiyam Al-Layl.
Tutti gli atti di adorazione debbono essere condotti con la purezza
dell’intenzione e il fedele deve avere come fine delle proprie
azioni esclusivamente quello di fare la volontà
dell’Altissimo, compiendo gli atti di adorazione sulla base della
fede in Allah e dell’amore per Lui, nella speranza del Suo perdono
e nella paura della Sua ira. Per questo motivo, se vissuto in piena
correttezza e seguendo l’esempio del Profeta (pace e benedizioni su
di lui), il Sacro Mese del Ramadan aiuta i musulmani a purificare la
loro intenzione in ogni loro azione per porre Allah al centro di ogni
loro atto.
A. L. Chalikandi
1
Cfr. Il Sacro Corano 2:185.
2
Cfr. Il Sacro Corano 2:183.
3
Non dovrebbero digiunare le donne che hanno le loro perdite mensili
o che hanno perdite ematiche post-parto.
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